Il Discorso sui costumi degli italiani, scritto nel 1824 e pubblicato per la prima volta solo nel 1906, è uno dei più alti, ardui e lucidi esempi della capacità di penetrazione dello sguardo dell'etnologo e del filosofo morale e politico Giacomo Leopardi, una delle figure torreggianti del diciannovesimo secolo. Come osserva nell'Introduzione Salvatore Veca, lo sguardo etnologico di Leopardi coglie con inesorabile freddezza e lontananza e con intensa empatia alcuni dei tratti di lungo periodo, propri della società italiana, sullo sfondo del contesto europeo. Questi tratti sono quelli familiari e riconoscibili in un identikit che abbiamo la responsabilità civile di continuare a tracciare, per realizzare il compito mai finito del progetto incompiuto della modernizzazione con "civiltà", a quasi due secoli di distanza dall'insuperabile portrait di Giacomo, nostro contemporaneo.