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La vita di una donna straordinaria che racconta il femminismo con la leggerezza di chi sa che la lotta è un grido.
L’appassionata meditazione sul significato di essere donna di un’autrice femminista “dai tempi dell’asilo”. Isabel Allende parte dalle origini, dalla sua infanzia e adolescenza passate nella cornice di una rigida struttura patriarcale. Fino agli anni sessanta, quando arriva la seconda ondata della lotta femminista e con essa l’istinto di ribellione come reazione naturale al maschilismo imperante. Allende ci racconta le tappe del suo cammino, a partire dal raggiungimento dell’indipendenza economica, le relazioni tra sessi, la sua biografia sentimentale e professionale. E poi la terza età, ciò che significa per lei, donna pienamente liberata e convinta che i modelli imposti portino a una forma di pregiudizio contro la vecchiaia. Un percorso biografico che serve all’autrice per rispondere a domande essenziali e pressanti: “Qual è l’origine di questa miscela esplosiva di desiderio e odio nei confronti delle donne? Perché queste violenze e molestie non sono considerate un problema di diritti civili o di diritti umani? Perché si tace su questi fenomeni? Perché non si combatte una guerra contro la violenza sulla donna, esattamente come si è dichiarata guerra alle droghe, al terrorismo o al crimine?”.
Isabel Allende è nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in …