Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Sulla Transiberiana, Alëša ed Hélène, due sconosciuti, sognano la fuga.
Lui, russo, vuole fuggire da quel treno e dal suo destino di coscritto che lo porta in una Siberia da incubo, un incubo fra bruti che hanno già cominciato a vessarlo.
Per lei, francese, che scappa da Anton, l’amante seguito fino a Krasnojarsk, il treno diretto verso un altrove sconosciuto è speranza di liberazione.
Un incontro, regalato dal caso, che creerà complicità nel comune rifiuto del presente, malgrado l’unica comunicazione tra i due sia fatta di gesti e di sguardi. Figure di questo huis-clos sono i viaggiatori diretti verso Oriente, famiglie chiassose, soldati dai corpi maleodoranti ma anche due donne in servizio sul treno – spie o angeli custodi? E fuori i paesaggi sterminati attraversati dal treno in un tempo infinito. Tutto questo in un romanzo breve e intenso, ritmato dall’inconfondibile stile di Maylis de Kerangal.
“Il testo è breve, splendido, ammaliante. In cento pagine, Maylis de Kerangal dice tutto: la disumanità di un sistema, l’abisso davanti all’ignoto, il richiamo dell’altrove, la solidarietà umana.”
Marianne Payot, L’Express
Maylis de Kerangal è considerata una delle più importanti scrittrici francesi contemporanee. Con Feltrinelli ha pubblicato Nascita di un ponte (2013), Prix Médicis e Premio Gregor von Rezzori; Riparare i …