Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
Chi è Giona/Ionà e perché il suo nome vuol dire “colomba”?
Perché si precisa che la sua liberazione dal ventre del grande pesce avviene con un colpo di vomito?
E ancora: perché l’“hèvel havalìm” di Kohèlet/Ecclesiaste va stretto di misura nella “vanitas vanitatum” con cui san Gerolamo si tolse d’impaccio?
Simili questioni utilmente inattuali prendono luogo e fuoco nelle note di questo libro, minimo per numero di versi e immenso per deposito di leggende. La traduzione è, se possibile, un poco più estremista di quella di Esodo/Nomi per ostinazione di ricalco letterale della lingua sacra. Protagonista femminile è la città di Ninive, insonnia dei profeti.