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“Noi siamo un modello per gli altri: democrazia, perché il governo si basa sull’interesse della maggioranza”
Quali forme assume il discorso politico? Come parla un leader ai cittadini? È possibile dire tutta la verità, parlare con franchezza, quando si tratta di questioni controverse e divisive, quando il clima politico è teso fino alla lacerazione, o occorre invece nascondere la verità e giocare sulla presa delle emozioni? Queste e altre domande sulla comunicazione politica lampeggiano, con inquietante lucidità e spietata analisi, nei discorsi che Tucidide fa pronunciare ai protagonisti del suo racconto storico nei contesti del dibattito assembleare dell’Atene del V secolo. Dall’elogio della democrazia, pronunciato da Pericle, ai discorsi che riguardano la guerra e la prosperità della polis, dai sacrifici richiesti ai cittadini alle scelte che riguardano la conservazione dell’impero e i rapporti con gli alleati: i discorsi, uno dopo l’altro, dipingono un quadro che sollecita, nel confronto, l’orizzonte contemporaneo in una sconcertante attualità. Il volume contiene i tre discorsi di Pericle alla città (l’epitaffio ai caduti in guerra, che è al contempo un elogio della città democratica; i due discorsi che riguardano la decisione di entrare in guerra e la necessità di conservare l’impero), il dibattito tra Cleone e Diodoto sul trattamento da riservare alla ribelle Mitilene e l’orazione di Alcibiade che incita Atene alla spedizione in Sicilia.
Tucidide (460-400 a.C.) è stato uno dei più importanti storici del mondo antico. Di origine tracia e di famiglia benestante, rivestì un ruolo di rilievo assoluto durante la Guerra del …