Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Noi siamo un modello per gli altri: democrazia, perché il governo si basa sull’interesse della maggioranza”
Quali forme assume il discorso politico? Come parla un leader ai cittadini? È possibile dire tutta la verità, parlare con franchezza, quando si tratta di questioni controverse e divisive, quando il clima politico è teso fino alla lacerazione, o occorre invece nascondere la verità e giocare sulla presa delle emozioni? Queste e altre domande sulla comunicazione politica lampeggiano, con inquietante lucidità e spietata analisi, nei discorsi che Tucidide fa pronunciare ai protagonisti del suo racconto storico nei contesti del dibattito assembleare dell’Atene del V secolo. Dall’elogio della democrazia, pronunciato da Pericle, ai discorsi che riguardano la guerra e la prosperità della polis, dai sacrifici richiesti ai cittadini alle scelte che riguardano la conservazione dell’impero e i rapporti con gli alleati: i discorsi, uno dopo l’altro, dipingono un quadro che sollecita, nel confronto, l’orizzonte contemporaneo in una sconcertante attualità. Il volume contiene i tre discorsi di Pericle alla città (l’epitaffio ai caduti in guerra, che è al contempo un elogio della città democratica; i due discorsi che riguardano la decisione di entrare in guerra e la necessità di conservare l’impero), il dibattito tra Cleone e Diodoto sul trattamento da riservare alla ribelle Mitilene e l’orazione di Alcibiade che incita Atene alla spedizione in Sicilia.
Tucidide (460-400 a.C.) è stato uno dei più importanti storici del mondo antico. Di origine tracia e di famiglia benestante, rivestì un ruolo di rilievo assoluto durante la Guerra del …