Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
Questo libro è la storia di un reparto di neuropsichiatria infantile, di alcuni bambini "che si chiudono in se stessi" e delle loro famiglie. Oggi si parla tanto di bambini "autistici", cioè di quelli per i quali l'"assentarsi", il "non ascoltare" diventano un modo di vita, un'espressione estrema della loro solitudine. Zappella preferisce parlare di "bambini nella luna". Qual è la causa della loro non-volontà di comunicare?, egli si chiede. Zappella la vede in quella che lui chiama "l'unione-disunita" non solo delle famiglie, ma della scuola, dell'assistenza, degli operatori stessi del reparto istituzionale. Per superarla bisogna dunque uscire dal territorio strettamente psichiatrico e recarsi nelle case, nelle scuole, parlare con i genitori, con i parenti, con chi si occupa di questi bambini, e insegnargli a far circolare fra questi ultimi e loro stessi dei desideri comuni che superino la disunione e risolvano i problemi non solo dei bambini, ma dei genitori e degli operatori stessi. Un'esperienza "sul territorio" che apre la via a un nuovo modo di aiutare i bambini psichicamente disturbati.
Michele Zappella (Viareggio, 1936) è uno dei più autorevoli e riconosciuti neuropsichiatri infantili italiani. Noto per il suo impegno nell’abolizione delle classi speciali e differenziali tra gli anni sessanta e …