Il bene comune della terra
L’autrice delinea dunque una alternativa alla globalizzazione economica, che giudica responsabile non soltanto della catastrofe ecologica imminente, ma anche dell’avvento dei fondamentalismi politici e religiosi.
Vandana Shiva considera i brevetti sul vivente e la privatizzazione delle risorse naturali come l’ultima frontiera di un colonialismo che aveva cominciato a manifestarsi già nel Sedicesimo secolo con la recinzione delle terre comuni britanniche. La privatizzazione delle risorse comuni, insieme alla progressiva erosione dei beni e dei servizi pubblici e all’indebolimento dei meccanismi democratici di controllo dell’economia, costituiscono una grave minaccia in termini di sostenibilità ecologica e di sopravvivenza sociale. Il declino della biodiversità avviene di pari passo con l’affermazione di una monocultura neoliberista che disprezza le diversità culturali e produce povertà ed emarginazione, innescando dei cicli di violenza che mettono a repentaglio la vita di milioni di individui.
Vandana Shiva
Vandana Shiva, fisica ed economista indiana, dirige il Centro per la scienza, tecnologia e politica delle risorse naturali di Dehra Dun in India. È tra i massimi esperti internazionali di …