Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Fumo troppo, bevo troppo ma non posso scrivere troppo, mi viene così”
Non un romanzo né un poema né un racconto, ma il diario di bordo dello stesso Bukowski, capitano di vita, scritto poco prima di morire. Un diario che si snoda tra l’estate del 1991 e l’inverno del 1993. Tema dominante è la morte, attesa senza rimorsi e con irriverenza perché “la cosa terribile non è la morte, ma la vita che la gente non vive”. Eppure c’è qualche rammarico: lasciare il mondo, lasciare la scrittura. Nei pensieri del suo diario di bordo, il Capitano ne ha per tutti: filosofi, poeti, giornalisti, fotografi, musicisti, poliziotti e Hollywood intera. Salva la moglie che lo assiste, la musica di Mahler, il computer, medium ermetico che accudisce il flusso dei pensieri, le corse di cavalli. E le corse sembrano l’unica ragione degli anni estremi, trascorsi nell’altalenante routine tra monitor e ippodromo. Un libro al vetriolo; l’ultima grande opera di un maestro del Novecento, illustrata dal tocco forte di Robert Crumb.
Charles Bukowski è nato ad Andernach, in Germania, nel 1920 ma è vissuto in America dall’età di tre anni fino alla morte, avvenuta nel marzo del 1994 a San Pedro, in …