“‘Sbattere,’ mi diceva, ‘è una delle parole più belle della lingua francese. Significa gettare, ma con più vigore’”
Sally Mara è una diciottenne che tiene un diario. Con un candore un po’ sospetto e con effetti comici insuperabili, descrive l’ambiente in cui vive e le sue prime esperienze sessuali teorico-pratiche, presentandoci come normali le situazioni più grottesche e scabrose. A questo espediente Queneau ne aggiunge un altro che rende il libro ancora più esilarante: Sally è un’irlandese di religione cattolica che scrive, negli anni trenta, in francese, in omaggio a monsieur Presle, il suo professore tornato in Francia. Per cui, all’ingenuità con cui Sally racconta le cose più indecenti si aggiungono le ingenuità del linguaggio, i continui salti di registro da espressioni volgarissime a espressioni auliche, le parolacce infilate nei punti più impensati, i proverbi scabrosi che il professore si è divertito a insegnarle e che lei ripete con zelo.