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L’impatto sociale del cambiamento del lavoro tra evoluzioni storiche e prospettive globali
di AA. VV.
La trasformazione del lavoro è oggi al centro dell’attenzione di politici, studiosi, cittadini e mass-media. Si discute soprattutto sulla possibilità che i processi di innovazione tecnologica legati alla robotica e all’Intelligenza Artificiale possano cancellare, nei prossimi decenni, milioni di posti di lavoro. Il vero spettro con cui confrontarsi, tuttavia, non è la disoccupazione di massa, ma l’aumento dell’eterogeneità e dell’instabilità dei nuovi lavori, la diffusione di impieghi temporanei, precari, poco retribuiti che non permettono condizioni di vita accettabili, un inserimento sociale soddisfacente, il pieno accesso al welfare e ai diritti di cittadinanza. Dinamiche che nel lungo periodo potrebbero minacciare la tenuta del patto sociale. Soprattutto in un contesto in cui gli effetti di discriminazione, diseguaglianza e polarizzazione non sono compensati dal ripensamento dei sistemi di protezione sociale e da politiche efficaci in termini di redistribuzione di risorse, di professionalizzazione del lavoro e di formazione continua.
Questo Annale prende in esame il cambiamento del lavoro tratteggiandone le evoluzioni storiche attraverso le quattro rivoluzioni tecnologiche e inquadrandone le ricadute locali e settoriali sullo sfondo globale della finanziarizzazione e delle catene del valore. Una riflessione aggiornata e multidisciplinare – con alcune considerazioni preliminari sull’impatto recente della pandemia – sulle conseguenze di una lunga stagione caratterizzata da politiche neoliberali di austerità, ma anche sulla capacità di mobilitazione e di resilienza espressa dai lavoratori per orientare in direzioni socialmente più sostenibili il cambiamento del lavoro.