In un futuro flagellato dalle guerre intercontinentali per l’acqua, l’Europa è suddivisa in contee, staterelli, territori chiusi al fine di preservare la propria omogeneità e superiorità etnica. Il potere è di chi possiede e governa l’acqua. E un ingegnere idraulico è la voce narrante del romanzo, membro dell’unica casta a cui sia concesso spostarsi per il pianeta. Mentre si trova sulle rive del Rio Xingu, in Brasile, lo raggiunge la notizia della scomparsa del padre, il “maestro della cascata”, guardiano di una chiusa in un’ombrosa contea del vecchio continente, che un anno prima era stato responsabile involontario di una tragedia in cui avevano perso la vita cinque persone, precipitate nella grande cascata del Fiume Bianco. Ma era stata davvero una tragedia o un omicidio? E ora: quello del padre, tormentato dal rimorso, è un suicidio vero o simulato?
Il viaggio all’indietro nella storia della propria famiglia – che ricorda quasi il movimento con cui un fiume interrompe talvolta il suo fluire e risale per un tratto il suo stesso corso –, nella colpa e nell’attesa del perdono, è fosco e doloroso.
Un romanzo visionario, scritto con mano forte e potentemente evocativa.
Romanzo poliziesco, storia d’avventura e distopia, tutto raccontato con una poesia che pochissimi autori di lingua tedesca padroneggiano… duecento pagine furiose, un viaggio attraverso mondi fantastici e fatiscenti, un grande piacere. Andreas Lesti “Frankfurter Allgemeine Zeitung”