Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Nasone? …Non era il matto che a volte sedeva sugli scogli, anche sotto il nevischio, in un vestito di lino?”
Agli estremi confini del mondo conosciuto, fra le tempeste e i ghiacci del Mar Nero, c’è una città selvaggia e poco abitata, Tomi, luogo di esilio di Publio Ovidio Nasone.
Proprio qui giunge un suo amico, Cotta, determinato a ritrovare le tracce del poeta e delle Metamorfosi, il suo capolavoro incompiuto, forse da lui stesso distrutto. Esiliato da Augusto, o dalla sua corte di oratori e politici, dopo aver tenuto un discorso meraviglioso per l’inaugurazione di un nuovo stadio, senza però rendere il consueto e doveroso omaggio all’imperatore, Ovidio pagherà con gli anni della solitudine, fino alla morte, la sua denuncia di scandali politici e, forse, la sua innovativa libertà poetica e l’erotismo dei suoi versi. La singolarità di Il mondo estremo fa sì che il lettore ritrovi, in uno sfasamento continuo spazio-temporale, attraverso la ricerca dell’amico Cotta, un mondo in cui il mito si trasfigura in realtà.
L’avvincente e fantastica ricostruzione dell’esilio di Ovidio a Tomi e del mondo delle Metamorfosi restituisce a questo romanzo, per lo stile e le sfavillanti invenzioni barocche, la forza di un classico. Una storia in cui i tempi s’incrociano e si sovrappongono, in cui le figure del mito diventano nostri indimenticabili contemporanei.
Christoph Ransmayr (Wels, Austria, 1954) ha studiato etnologia e filosofia a Vienna. Ha iniziato la sua vita letteraria come redattore editoriale scrivendo anche su varie riviste culturali. In seguito all'uscita …