Il tramonto dell'Occidente

Nella lettura di Heidegger e Jaspers. Opere I-III

di Umberto Galimberti

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“Il messaggio che scaturisce dalle loro analisi contiene l’indicazione di un possibile futuro”

“Sta forse giungendo a compimento il senso espresso dalla nostra cultura che, come dice il nome, è ‘occidentale’, cioè ‘serale’, avviata a un ‘tramonto’, a una ‘fine’. L’evento occidentale è sempre stato presso la sua fine, ma solo ora comincia a prenderne coscienza. Ma che cosa finisce, oggi che l’Occidente è sulla via di occidentalizzare il mondo e, quindi, di annullare la propria specificità che l’ha reso finora riconoscibile? Finisce la fiducia che l’Occidente aveva riposto nel progressivo dominio da parte dell’uomo sugli enti di natura, oggi divenuti, al pari dell’uomo, materiali della tecnica. Ma la tecnica non ha alcun fine da raggiungere né alcuno scopo da realizzare, non apre scenari di salvezza, non redime, non svela la verità, la tecnica ‘funziona’ secondo quelle procedure che, pur nel loro rigore e nella loro efficacia, si rivelano incapaci di promuovere un orizzonte di senso. E sulle ceneri della categoria del ‘senso’, che dell’Occidente è sempre stata l’idea guida, si affacciano le figure del nichilismo, le quali, nel proiettare le loro ombre sulla ‘terra della sera’, indicano, a ben guardare, la direzione del tramonto. Un tramonto già iscritto nell’alba di quel giorno in cui l’Occidente ha preso a interpretare se stesso come cultura del dominio dell’uomo sulle cose.”

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Umberto Galimberti

Umberto Galimberti, nato a Monza nel 1942, è stato dal 1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore associato di Filosofia della Storia. Dal 1999 è professore ordinario …

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  • Marchio: Giangiacomo Feltrinelli
  • Data d’uscita: 20 Aprile 2017
  • Collana: Universale Economica Saggi Rossi
  • Pagine: 752
  • Prezzo: 16,15 €
  • ISBN: 9788807889493
  • Genere: Tascabili
Il pensiero errante. Intervista a Umberto Galimberti

Il pensiero errante. Intervista a Umberto Galimberti

‟È inevitabilmente un pensiero orientato dall’etica del viandante, senza più riferimenti ai primi principi: va incontro alle cose senza più l’aiuto di una mappa certa, come il viandante supera la montagna quando la incontra, o il poeta fuoriesce dal pensiero come calcolo per produrre un senso, sebbene frammentario. OItrepassando il 'sano' realismo che non ha alcun privilegio rispetto all’utopia, cioè al possibile che eccede il reale”.