Peccati, adulteri e... intervista a Richard Ford
Qualche anno fa Richard Ford ha confessato di aver cominciato a scrivere romanzi perché non riusciva a trovare un editore per i suoi racconti. L'apprezzamento, e la conseguente pubblicazione delle sue storie brevi arrivarono grazie all'intuizione degli editor del New Yorker, e del Paris Review, i quali lo trasformarono in breve tempo in un autore di culto valorizzando al meglio il suo talento narrativo. Negli ultimi quindici anni Ford, che sarà al Festivaletteratura di Mantova venerdì 6, ha alternato cinque romanzi a due raccolte di racconti, confermando di essere il "classico americano" di cui parlò il New York Times quando vinse - unico nella storia della letteratura statunitense - sia il Pulitzer che il Pen/Faulkner con Il giorno dell'indipendenza. Il suo ultimo libro Infiniti peccati, in uscita in Italia presso Feltrinelli (pagg.264, euro17), è una raccolta di racconti in cui usa un tono che mescola un umorismo dimesso ad una malinconia venata di rimpianto... "L'ironia è una delle poche risorse abbiamo di fronte alla fragilità che constatiamo quotidianamente nelle nostre vite" mi dice con un sorriso "e forse anch'essa è una forma di risposta morale".