Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Le differenze tra questi due uomini improntano ancora oggi lo spartiacque ideale tra progressisti e conservatori”
John Maynard Keynes e Friedrich von Hayek si ritrovarono su fronti opposti: al centro della contesa la questione se spettasse o meno ai governi e allo stato intervenire in economia. Hayek era convinto che alterare l’“equilibrio” del libero mercato avrebbe provocato una selvaggia inflazione. Keynes credeva invece che per contrastare la disoccupazione di massa e favorire la crescita servisse la spesa pubblica. Sarebbero stati in disaccordo per il resto delle loro vite. Il brillante e carismatico Keynes, sostenitore della nuova prospettiva macroeconomica, guardava con favore all’intervento pubblico in vista dello sviluppo economico e del consolidamento della democrazia. Il pignolo e caparbio Hayek, saldamente ancorato alla teoria microeconomica, avrà però la sua rivincita con la svolta neoconservatrice. Le loro idee e ricette avrebbero conosciuto comunque alterno favore presso i politici, da Roosevelt a George W. Bush, influenzando le scelte economiche degli stati occidentali. Dalla Grande depressione alla Seconda guerra mondiale e dal dopoguerra al presente, Nicholas Wapshott, nel suo stile narrativo e con grande capacità di rendere comprensibili complesse questioni economico-finanziarie, riporta in vita gli animati dibattiti tra questi due giganti del Ventesimo secolo, la cui eredità condiziona tuttora il dibattito politico.
Nicholas Wapshott (1952) è un esperto giornalista britannico, ha lavorato per “The Times” e per “The New York Sun” ed è anche autore di biografie, tra cui una parallela della …