Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
L’“Annale” ripercorre per la prima volta l’intenso lavorio sfociato nella costruzione di una delle più singolari istituzioni culturali, la Fondazione Feltrinelli, raccontandone la storia corale e collettiva, ma anche proponendo i profili biografici individuali degli intellettuali che concorsero a gettarne le fondamenta. Al momento della sua fondazione, nel 1949, la Biblioteca Feltrinelli si impegnò in un progetto ambizioso e originale: la costituzione di un patrimonio bibliografico e documentario relativo alla storia del socialismo e del movimento operaio italiano ed europeo, attraverso un lavoro di ricerca e di acquisizione che prese forma attraverso la tessitura di un solido reticolo di contatti culturali internazionali.
Il progetto voluto da Giangiacomo Feltrinelli poté svilupparsi mediante la collaborazione di una nuova generazione di studiosi, che sarebbero stati protagonisti del rinnovamento della storiografia dell’età moderna e contemporanea, attratti dall’idea di partecipare a un progetto culturale inedito, in grado di sostanziare l’identità della sinistra di allora, che aveva eretto la storia a canone interpretativo e a linea-guida della trasformazione politica.
Giuseppe Del Bo e Franco Ferri, Franco Della Peruta e Gianni Bosio, Giuliano Procacci e Stefano Merli, Luigi Cortesi e Luciano Cafagna, furono, insieme con altri storici di rango, coloro che animarono con le loro prime ricerche e con la loro passione politica la Biblioteca Feltrinelli, di cui questo “Annale” ricostruisce le vicende, attraverso l’uso di inediti documenti d’archivio. Il clima di esasperata contrapposizione ideologica di quegli anni, segnati dalla guerra fredda e dallo stalinismo, almeno fino al cruciale 1956, non impedì che si compisse uno straordinario sforzo collettivo all’insegna del rigore filologico e del rispetto della realtà storica, sfociato nella realizzazione di una sede unica di conservazione del patrimonio culturale della sinistra europea, dalle sue radici illuministiche fino all’Ottocento, tra rivoluzione industriale, Quarantotto e Comune di Parigi.