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Della canzone d'autore italiana si occupano la politica (Veltroni, Berlinguer), la cultura (Ferroni, Alberoni ecc.), l'editoria libraria (i "Miti" Mondadori ne pubblicano i testi). Tra 1996 e 1997 è come se anche le istituzioni scoprissero un patrimonio sino a ora "gestito" solo dall'industria discografica, dal pubblico, dai giornali specializzati. Paolo Jachia fa il punto, e ci offre un'opera per riflettere e avvicinarsi con serietà e rigore al panorama della "poesia cantata". Da Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno che vinse il Festival di Sanremo nel 1958 a Khorakhanè (a forza di essere vento) di De André e Fossati (1997): un viaggio nella storia della canzone d'autore italiana che ne ripercorre e rintraccia tutti i punti fondamentali e di svolta, e ne ricorda i principali protagonisti. Ci scorrono innanzi l'ironia di Buscaglione e Carosone, l'impegno politico di Per i morti di Reggio Emilia, la "scuola di Genova", con Gino Paoli e Luigi Tenco, quindi la Milano di Dario Fo e quella di Celentano, l'allegra disperazione di Jannacci e L'illogica allegria di Gaber, e poi ancora De André e Paolo Conte, Guccini con la sua Locomotiva e Vecchioni con Milady, fino a Battiato, passando per Dalla, De Gregori e Fossati. Nella sua accurata lettura dell'opera dei cantautori, Jachia concentra l'attenzione soprattutto sui testi: ne sonda la poeticità, lasciando emergere trasformazioni socio-linguistiche, valori poetici, influssi, caratteristiche performative, tutto il disegno creativo, insomma, che lega così prepotentemente il mondo della canzone alla realtà. Completano il volume una bibliografia e una discografia degli autori trattati.
Paolo Jachia, nato a Milano 1958, dottore di ricerca in Filosofia del linguaggio e Scienza dei segni presso l’Università di Bari, ha pubblicato: Non solo oggi, con Franco Fortini …