Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Perché siamo fuori dai Mondiali e come possiamo tornarci da protagonisti
Il calcio italiano è stato contaminato da tutte le nefandezze che hanno attraversato e rovinato l’Italia negli ultimi decenni. La Serie A avrebbe potuto essere la prima Lega a dotarsi di stadi all’avanguardia, pensati per il calcio e il suo business, e invece l’appuntamento storico di Italia ’90 si è trasformato in un disastro nazionale, con un fiume di soldi e corruttele che ha partorito impianti, nel migliore dei casi, inadeguati. I miliardi piovuti sul campionato italiano grazie alle pay tv non sono stati impiegati in investimenti a lungo termine, nella costruzione di strutture sportive e vivai in grado di garantire il futuro del football tricolore. Si sono invece riversati su giocatori e procuratori, oppure sono stati sottratti dalle casse dei club per coprire i dissesti delle aziende. Una débâcle finanziaria che scaturisce non solo dalle carenze gestionali delle società.
Alla luce delle ultime sentenze giudiziarie e dopo la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali, non possiamo più ignorare che il calcio italiano è nel profondo di una crisi da cui sarà difficile uscire.
La diagnosi è fatta. Ma c’è ancora speranza per guarire e rimettersi in sesto. Come dicono i medici in questi casi, ci vuole anche la buona volontà del paziente. E la domanda fondamentale è questa: esiste questa buona volontà?
Perché l’Italia non si è qualificata ai Mondiali di Russia 2018?
Un’inchiesta che nella deriva del calcio italiano scopre la crisi della nostra classe dirigente.
Marco Bellinazzo (Napoli, 1974) è giornalista e scrittore. Laureato in giurisprudenza all’Università Federico II, dal 2004 è a “Il Sole 24 Ore”. Esperto di economia e finanza, si occupa in …