In questo libro si trovano raccolti e rielaborati nove brevi saggi, scritti tra il 2003 e il 2004. Sono anni in cui la filosofia, e la filosofia politica in particolare, è stata chiamata a confrontarsi con eventi drammatici, quali la guerra, il diritto di intervento, l’idea di democrazia, lo statuto di verità della scienza e l’impatto della tecnica e dell’innovazione. Temi fondamentali, che hanno in comune la tensione tra il piano teorico dell’analisi e le ricadute nella vita pratica. Le riflessioni di Veca si muovono appunto tra questi due piani: procedono nell’analisi filosofica, e quindi logica e consequenziale dei concetti in gioco, ma sono costantemente riportate alla concretezza del vivere e del convivere. Ragione e ragionevolezza devono dunque poter coincidere – la ragione ci dà gli strumenti dell’analisi, la ragionevolezza il riconoscimento dei limiti e dei vincoli che il mondo reale impone. Da qui l’adesione a un modello di diritti umani, libertà e verità – temi questi diffusamente affrontati nel libro – che riconosce il carattere situato e contingente dei nostri valori, ma non per questo ne accetta una prospettiva puramente relativistica. Così, se l’idea di universalità di diritti umani scaturita all’indomani della catastrofe della Seconda guerra mondiale, trasferita nel mondo delle culture a confronto, ha incontrato e incontra serie difficoltà e dilemmi, compito della filosofia sarà trovare il punto di equilibrio tra le diverse esigenze, fissandolo, come recita il titolo, nella ‟priorità del male”, ossia nell’assumere la prospettiva minimale ma condivisibile della protezione dal male, come frontiera comune a tutte le genti.
Tutti i diversi temi trattati in questo libro, dal rapporto tra filosofia e pratica politica, alla capacità della scienza e della tecnica di descrivere il mondo e modificarlo, al principio di responsabilità, sono portati con eleganza al loro proprio punto di equilibro attuale, lasciando aperta la via a futuri nuovi e sempre possibili equilibri.