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Un grande autore televisivo racconta il mestiere che sta dietro i programmi e i palinsesti, i flop e i picchi dell’Auditel. Un memoir ironico e feroce, popolato di personaggi in bilico tra entusiasmo e rassegnazione: “Resistiamo il più possibile, ci pagano un tanto a umiliazione”.
“- Sperperare le idee è peccato, non averle è reato.
- Il coreografo si offende se lo chiami coreografo.
- Il cantante per esibirsi chiede un tappeto orientale. Ma gli va bene anche falso.
- Servono idee nuove, astenersi competenti.
- Fantasticare su ciò che è possibile.
- Il ruolo femminile ci sarebbe, ma poi va scritto bene.
- Prima o poi ti diranno che serve un ospite di destra.
- Negli altri programmi vanno tutti gratis.
- Di sicuro attualmente non c’è neppure il giorno di messa in onda.
- Quasi nulla è più inutile del buonsenso nel nostro mestiere, forse solo le riunioni per i promo.
- La mia idea di massima è questa, ma va messa giù bene da voi autori.
- Tutte le trasmissioni memorabili si assomigliano tra loro, ogni trasmissione trascurabile è trascurabile a suo modo.
- Mai ordinare insalata al ristorante.”
Pietro Galeotti racconta un mondo di pareti dipinte tutte uguali e tutte male, dove ha trascorso la sua vita umana e professionale, scritto e firmato programmi di successo che tutti abbiamo visto e flop che non ha visto nessuno. Talk show, varietà, quotidiani, seconde serate, tv dei ragazzi, eventi, eventi speciali, sedicenti eventi, per arrivare infine dove si trova oggi: ancora in riunione.
- Quindi voi siete il regista?
- No, io scrivo.
- E perché?