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“Nell’indifferenza quasi totale delle moltitudini umane, siamo entrati nella sesta estinzione di massa, la nostra.”
Questo è l’antropocene, l’era degli umani. È nostro il controllo delle risorse, nostra la capacità di condizionare l’ambiente e le vite di tutti gli abitanti del pianeta. È nostra, quindi, la responsabilità di impedire la paventata estinzione della specie. Contro l’ineluttabilità di questo processo, Antonio Moresco costruisce un pamphlet scritto con l’urgenza di chi tenta di scuotere una massa dormiente, colpevole di indifferenza nei confronti della più grande calamità mai affrontata dagli umani. Complici di tale indifferenza sono i poteri che traggono un vantaggio suicida dall’occultamento dei rischi che stiamo correndo. Per contrastare questa deriva, Moresco – autore e personaggio – attraversa personalmente la notte dell’umanità guerreggiando con i protagonisti dell’epoca contemporanea. È così che, in una serie di dialoghi impossibili, Giacomo Leopardi è chiamato a giustificare la sua visione del mondo e Stephen Hawking a prendere atto dei risvolti sociali delle sue scoperte. Da Emily Dickinson a Michel Houellebecq, passando per Darwin, Marx, Freud, Nietzsche, Severino… l’autore non risparmia nessuno, perché combattere l’indifferenza e smontare i meccanismi culturali e mentali che ci hanno portato al punto in cui siamo è l’unico modo per immaginare un futuro per la nostra specie.
Con la sua lucidità rabdomante, La specie folle, già uscito in passato con il titolo Il grido, è a un tempo dichiarazione di guerra e d’amore nei confronti della nostra cultura. Una gemma della produzione di Moresco, che lo conferma come uno degli autori più rilevanti del nostro tempo.