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Siamo nel cuore dell’Africa sub-sahariana, nel villaggio del clan dei mulongo. Una notte, un incendio lo devasta e dodici giovani uomini scompaiono.
Dove sono finiti? Chi è il responsabile?
Una delle loro madri, Eyabe, continua a sognare il paese dell’acqua e lascia il villaggio alla ricerca del figlio. Il capo Mukano si mette in viaggio con la sua scorta per chiedere notizie alla regina dei bwele, il clan vicino con cui i mulongo intrattengono pacifici scambi commerciali. Anche suo fratello Mutango si allontana ma perché vuole approfittare della situazione e prendere il comando del clan grazie all’aiuto dei bwele.
Lungo il tragitto, i tre personaggi iniziano a intuire una terribile verità.
Léonora Miano ci incanta descrivendo un mondo che si regge sul culto dei morti e degli antenati, sui riti di purificazione e d’iniziazione, un mondo fatto di magia e superstizione, in cui il dio sole cambia nome nel corso della giornata segnando lo scorrere del tempo e le donne si aggiustano l’acconciatura prima di andare a dormire per non fare brutti sogni. E proprio a loro sembra affidata l’unica speranza di salvezza: cantare le gesta del popolo mulongo per tenerne in vita il ricordo.
Questo potente romanzo delinea i primi giorni del traffico transatlantico di schiavi di una popolazione sub-sahariana, un mondo sull’orlo della scomparsa – una civiltà precoloniale con radici che affondano nei secoli.
Léonora Miano è nata nel 1973 a Douala, in Camerun. Nel 1991 si è trasferita in Francia. Con il suo romanzo d’esordio Notte dentro (Epochée, 2007) ha vinto il Premio …