Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
L’apertura degli archivi della Stasi è un esperimento unico al mondo e nella storia, frutto di una scelta coraggiosa, ma soprattutto voluto dalla gente, dai tanti cittadini che nel 1989-90, vinta la paura dopo la caduta del Muro, assediarono e occuparono gli uffici della Stasi per fermare la distruzione dei documenti tentata dai funzionari. Furono così messi in sicurezza 111 chilometri lineari di file cartacei, 41 milioni di schede personali e una quantità altrettanto rilevante di altri materiali fotografici, video, audio ed elettronici prodotti in anni di lavoro operativo, ai quali va aggiunto il contenuto di circa 15.500 sacchi ricolmi di documenti stracciati e parzialmente distrutti, attualmente in ricostruzione. Dopo questo atto di riappropriazione collettiva del privato violato e mortificato per decenni dall’azione spionistica e repressiva della Stasi, il primo parlamento della Germania riunificata approvò una legge speciale che negli ultimi trent’anni ha consentito a oltre 3 milioni di persone di prendere visione del proprio fascicolo. Tre di loro sono i protagonisti di questo racconto: Baldur, giovane tipografo della Turingia, nel 1958, all’età di diciannove anni, viene arrestato e condannato a tre anni di reclusione per aver letto il romanzo di George Orwell 1984. Andreas, ventenne di Potsdam, imprigionato nel 1986 per un fallito tentativo di fuga, scopre nel 1992 di essere stato spiato da suo padre. Gilbert, classe 1945, nativo di Görlitz, condannato a due anni di carcere per aver prodotto una documentazione fotografica sulla vita dei punk a Berlino Est, dopo il 1990 cerca il confronto con il funzionario della Stasi che lo aveva interrogato in prigione. Nella trama di queste tre vite la storia si fa romanzo e la realtà si confonde con la distopia.
Negli archivi della Germania Est Dopo la caduta del Muro, gli archivi della Stasi si aprirono ai cittadini della ex Ddr che erano stati spiati per quarant’anni. Questa è la storia di tre fra loro, che per primi lessero la sceneggiatura della propria vita osservata con gli occhi terribili del regime.