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“Rivoluzione, legalità... contromosse dello stesso gioco; forme di indolenza in fondo identiche.”
Alfred Verloc conduce all’apparenza una vita monotona. Proprietario di un polveroso negozio a Soho, ha una moglie graziosa e un cognato con difficoltà mentali. In realtà è un agente segreto, incaricato da una potenza dell’Est Europa di infiltrarsi fra gli anarchici locali e sorvegliarli. Un’attività che si svolge senza troppe difficoltà fino a quando i suoi superiori pretendono da Verloc l’esecuzione di un nuovo, pericoloso compito: un attentato dinamitardo all’Osservatorio di Greenwich con l’esplosivo fornito dai suoi contatti anarchici, per incastrarli. Quando il piano incappa in devastanti imprevisti, la spia si troverà contro la polizia, i referenti del paese straniero per cui lavora e gli anarchici stessi che, accusati ingiustamente dell’attentato, iniziano a sospettare di lui. Mentre cerca di sfuggire alla giustizia, sarà costretto ad affrontare le terribili conseguenze delle sue scelte, figlie più dell’indolenza che della convinzione. Prendendo spunto da un vero attentato fallito contro l’Osservatorio Reale di Greenwich Park nel 1894, Conrad diede forma a un romanzo “poliziesco” pieno di suspense, il primo in cui lo scrittore porta i suoi personaggi dannati in Europa, nel quartiere di Soho frequentato da un equivoco sottomondo di rivoluzionari, fuoriusciti politici, ricattatori, poliziotti, agenti provocatori. L’agente segreto è anche una cupa satira sulla società inglese, nonché un profondo e attuale esame filosofico della natura umana.
Joseph Conrad (1857-1924) si chiamava in realtà Teodor Jòzef Konrad Korzeniowski e apparteneva a una famiglia della nobiltà terriera polacca perseguitata dai russi. Rimasto orfano e affidato alla tutela di …