Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Se c’è qualcosa che accomuna tutti i giorni di una vita è la ricerca di qualcosa che manca. Esiste un desiderio, un impulso che ci spinge a riempire una lacuna che fa parte di noi. Quello che la nostra natura ci invita a cercare imbattendoci nell’inquietudine e nell’insoddisfazione di mille vicoli ciechi è l’altro. Non dobbiamo però aspettarci di trovarlo laggiù da qualche parte, come se fosse un fantasma lontano: in questo modo il pensiero si attorciglia su se stesso e non trova nulla. Cade nell’inganno della lingua, che produce senso creando opposizioni. E l’opposto, spiega François Jullien, “non è più l’altro, in quanto non pone di fronte all’incognito”.
L’altro non apparirà in ciò che vediamo come contrario, inerte e immobile davanti a noi. Serve tutta la forza di un pensiero dissidente per aprire un varco in ciò che consideriamo ovvio e familiare. Forse, per liberarci della pretesa ontologica del senso dobbiamo ritornare al vorticoso frammento di Eraclito, vero argine al nostro uso ordinario del linguaggio: “Il divino è giorno notte, inverno estate, sazietà fame”. Il fondamento degli opposti è la loro unità. Con una breccia nella continuità uniforme del giorno, proprio dai momenti più banali può emergere l’inaudito, che nella reciprocità dei contrari ristabilisce la coerenza della vita.
Pensare l’altro: non è questo che può far rivivere la filosofia e, soprattutto, darci accesso all’esistenza?
“Si esiste solo in quanto si può incontrare: se smetto di incontrare, la mia vita si esaurisce.”
Nei gesti quotidiani e nei momenti più comuni è possibile scoprire ciò che pigramente credevamo di conoscere, ma in realtà non potevamo immaginare. L’altro è una vertigine per il pensiero, perché è vicinissimo eppure inafferrabile.
François Jullien è uno dei maggiori filosofi e sinologi viventi. Vive a Parigi e insegna all’Université Paris-VII “Denis Diderot”. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Feltrinelli ha …