Giorno della Memoria
Il 27 gennaio – giorno in cui nel 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz dalle truppe dell’Armata Rossa – è la data dedicata alla commemorazione delle vittime dell'Olocausto. Una...
Come uno di quegli oggetti che si restituiscono al negozio perché non li si vuole più, così Skander, il protagonista di questo romanzo accolto con grande successo al suo apparire in Francia, passa in affido da una famiglia all’altra. Un trattamento che spesso il destino riserva a chi, come lui, è nato in una banlieue parigina. Eppure, Skander non è un figlio di nessuno. Ha una madre bella, con i capelli castani, lunghi e ricci, che di tanto in tanto compare, gli dice che lo ama più di ogni altra cosa al mondo, lo porta in centro città a casa di Mabrouk, un imbianchino più vecchio di lei, oppure in una pensione annessa a un bar, dove lo lascia in compagnia di uomini che bevono a tutte le ore.
La maggior parte del suo tempo Skander, però, la trascorre con le madri affidatarie. Lui le chiama zie, poiché è evidente a tutti che non sono le sue madri vere. Per fortuna esistono i libri e la scuola, dove trovare rifugio e passare ore a leggere il Larousse, il dizionario, viaggiando per il pianeta intero, dalla cordigliera delle Ande alla Mongolia, facendo la conoscenza di coloro che hanno determinato la storia del mondo, i grandi imperatori, gli scienziati, gli sportivi.
Chi è stato abbandonato una volta spera sempre che non accada mai più. E così fa Skander. Dopo la morte di zia Nicole, la sua ultima madre affidataria, il tribunale dei minori lo spedisce nella banlieue di Courseine, a casa di madame Khadija. L’appartamento è grande, con diverse camere libere, tutte dotate di televisore e un soggiorno pieno di vetrinette con piatti, oggetti dorati e matrioske.
Madame Khadija non è vecchia, è un po’ meno snella di sua madre, la metà delle volte gli parla in arabo, sempre a voce altissima. Il problema di Skander non è però madame Khadija, è la banlieue di Courseine, dove la vita, in bilico tra crimine ed espiazione, violenza e speranza, indifferenza ed empatia, non offre certo le condizioni ideali per un ragazzo in cerca di riscatto.
Vita, amicizie, incontri, sogni e derive di un ragazzo di banlieue.
“Il titolo è un antititolo. È ironico, visto che le condizioni di Skander sono tutt’altro che ideali.” - Mokhtar Amoudi
Selezionato per il Premio Goncourt 2023 e il Premio Renaudot 2023 - Vincitore del Premio Méditerranée opera prima 2023 - Vincitore del Premio Goncourt des détenus 2023
“Come nella Vita davanti a sé di Romain Gary, Mokhtar Amoudi apre il cuore alla speranza, all’idea che tutto sia ancora possibile.” Madame Figaro
“Mokhtar Amoudi racconta con ironia e tenerezza la parabola di un adolescente in affido familiare.” Le Monde des Livres
“Un eroe dickensiano nelle periferie di oggi.” Télématin
Traduzione dal francese di Elena Cappellini