Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Ovunque si manifesti la regola, sappiamo con certezza di essere sul piano della cultura”
Pubblicato nel 1949, Le strutture elementari della parentela è il primo studio sintetico di quell’insieme di relazioni che l’antropologia sintetizza con il termine “parentela”. Sotto di esso Lévi-Strauss raggruppa tre tipologie di problematiche: quelle linguistiche, quelle più propriamente sociologiche, del matrimonio e della filiazione, e quelle di ordine psicologico relative alla proibizione dell’incesto, sollevate a suo tempo da Freud. L’obiettivo dello studio non è una semplice analisi di ruoli e significati, ma individuare il principio da cui hanno origine i sistemi di parentela. Perché, come dice Lévi-Strauss stesso, “Strutture della parentela vuol dire che in tutte le comunità umane le regole del matrimonio, la nomenclatura, ed il sistema dei privilegi e delle interdizioni, sono aspetti indissociabili di una stessa realtà sottesa, la struttura del sistema considerato, che ne determina il funzionamento. La realtà di un sistema umano è la sua struttura e questa struttura è di ordine simbolico”.
Un’opera fondamentale, la prima tappa di un lavoro che fonda lo strutturalismo in un ambito, quello antropologico, che è sempre rifuggito da questa etichetta. Da tale punto di vista prefigura dunque testi importanti dell’autore, come Il pensiero selvaggio e i quattro volumi di Mitologica, ma va anche letto come contrappunto teorico di Tristi tropici.
Claude Lévi-Strauss, nato a Bruxelles nel 1908, laureato in filosofia a Parigi, tra il 1934 e il 1939 soggiornò in Brasile, insegnò all’Università di San Paolo ed effettuò due spedizioni …