Le vere avventure dei Rolling Stones

di Stanley Booth

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“Il libro di Booth è l’unico per cui posso dire: yeah, è andata proprio così” Keith Richards

Pubblicato per la prima volta nel 1984 e ampiamente rivisto per i cinquant’anni della fondazione dei Rolling Stones, questo è un libro-guida, un libro-culto non meno delle gesta dei suoi protagonisti. Stanley Booth agita fantasmi, strappa silenzi, si lascia coinvolgere e guadagna distanza critica, e così facendo evoca un’epoca rapida come un’alba tropicale, risveglia l’epica della gioventù, della ribellione, dell’anticonformismo, chiede all’ideale vinile di queste “vere avventure” il suono che è arrivato sino a ora intatto. Ma Booth ci racconta anche di qualcosa che intatto non è, che si è anzi rotto subito – nella stagione in cui tutto sembrava chiedere ed essere futuro.
Il libro difatti fa perno intorno a due anni crucialissimi, il 1968 e il 1969, che si concludono con la morte di Brian Jones in una piscina e il tragico concerto di Altamont Speedway in California dove gli Hell’s Angels, chiamati a svolgere il servizio di sicurezza, finirono con lo scatenare l’inferno.
Attraverso il taglio prospettico di quei due anni, Stanley Booth riesce a raccontare la vera storia dei Rolling Stones e a catturare lo spirito dei Sessanta, come mai nessuno ha fatto, lasciandocene toccare con mano l’eccesso, la violenza e l’idealismo.
Dice Booth: “Volevo scrivere un libro in cui i lettori potessero muoversi agilmente e sapere com’era vivere a Londra nel 1968 o in America nel 1969”. E così ha fatto.

 

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Stanley Booth

Stanley Booth (1942) è uno dei più celebri giornalisti musicali americani. Ha scritto di Otis Redding (era con lui mentre nasceva Sittin’ on the dock of the bay), Janis …

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