Nel 1982, Michel Foucault dedica il suo corso al Collège de France alla
"cura di sé". Questa nozione, più del famoso "conosci te
stesso", è nella cultura greca e latina il perno intorno a cui vengono
organizzate le pratiche della filosofia, ossia quell’insieme di tecniche,
esercizi e addestramenti che erano ritenuti necessari alla formazione dell’uomo
maturo. In senso stretto per Foucault si tratta di passare in rassegna le grandi
scuole filosofiche dell’antichità, mettendo in luce l’importanza che il
pensiero greco prima, e latino poi, assegnavano al principio di "avere cura
di se stessi", di occuparsi attivamente della propria crescita spirituale e
di "allenarsi" ad affrontare gli eventi futuri senza lasciarsi
intimorire e senza lasciarsi trascinare dalle emozioni che tali eventi avrebbero
potuto suscitare. Dunque si trattava di un vero e proprio addestramento volto al
raggiungimento della piena padronanza di sé, all’autoformazione dell’uomo
libero. Ma l’intento di Foucault non è circoscritto alla ricostruzione
storico filosofica di questa pedagogia dell’anima. Ciò che gli preme mettere
in luce è la precarietà dei modi attraverso cui avviene, all’opposto, la
formazione dell’uomo moderno. Rileggere Platone, Seneca, Epitteto, Marco
Aurelio, permette a Foucault di interrogarsi sui rapporti fra relazioni di
potere, stati di dominio e assoggettamento delle coscienze nell’età moderna.