Il dolore è quanto di più proprio, individuale e intrasferibile possa darsi nella vita degli uomini, ma nello stesso tempo non è un'esperienza così immediata e diretta come a prima vista potrebbe sembrare. Nessun uomo potrebbe vivere la sofferenza e sopravvivere a essa, se non riuscisse ad attribuirvi un senso. Esistono quindi scenari di senso entro i quali il dolore viene giustificato e compreso. "Tragedia" e "redenzione" costituiscono le due grandi scene entro cui l'Occidente ha sperimentato il dolore. Queste due visioni del mondo nel tempo si sono mescolate, ma anche reciprocamente neutralizzate. Il loro progressivo allontanarsi dal modello originario ha aperto la via a nuove possibili sintesi. L'esperienza del dolore nella società contemporanea non dispone più dell'integralità della tradizione e tuttavia ne sente il bisogno di salvezza e la fedeltà alla terra. L'unica fede oggi possibile sembra essere quella nella tecnica, ma anch'essa, per molti versi, lascia increduli. L'uomo contemporaneo si pone tra l'ideologia dell'uomo artificiale e i rischi del futuro. In questa nuova scena si vive oggi il dolore.