Postfordismo è un termine di coniazione abbastanza recente, la cui diffusione è ormai codificata in numerosi ambiti di ricerca: dalla sociologia all'economia, dalla politologia all'urbanistica. Esso indica un modello sociale il cui "modo do produzione" non è più domninato da una forma centralizzata di accumulazione e distribuzione della ricchezza (contrattata tra rappresentanzecollettive e supervisionata dallo stato), bensì da forme di accumulazione flessibili, multipolari, capaci di integrare, di mettere in rete, modi, tempi e luoghi di produzione di ricchezza tra loro molto diversi: dalla fabbrica robotizzata alla cascina Hi Tech, dal distretto industriale ai templi della finanza globale. Centrale in questo passaggio epocale è la connessione tra sapere e produzione: saperi e conoscenze immagazzinati nelle reti informatiche, non meno che la più comune cooperazione linguistica di uomini e donne, nel loro concreto agire produttivo, sono il tessuto connettivo delle società postfordiste. Questo è l'assunto essenziale attorno al quale ruotano le voci che compongono il libro: un testo che raccoglie una sessantina di voci, organizzato come un "dizionario di idee", è un volume che fissa per la prima volta quelli che già sono una lingua e un apparato concettuale comuni.