Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
“Il mondo mi affascinava e in un momento di distrazione diedi ascolto alla sua voce di sirena”
Accattivanti e tenere, sensuali e disperate, le lettere che Emily Dickinson, prima ragazza e poi donna, ci ha lasciato sono le tessere luminescenti e screziate con cui è possibile oggi tentare di ricostruire il mosaico della sua esistenza e della sua figura. Rappresentazione resa finora incerta da una sorta di vocazione alla solitudine, una specie di solipsismo congenito e apparente che fece di lei, negli anni in cui visse, a margine del Rinascimento americano, una figura di eccezionale, insospettata statura. Per diventare poi in pieno Novecento la figura simbolo della donna forte, colta, moderna e disperatamente sola. O volutamente tale. Eppure seducente, allusiva, maliziosa. Un viaggio nell’universo e nei sentimenti più reconditi della grande poetessa americana, nella cura della più importante studiosa italiana della sua poetica.
Emily Dickinson (1830-1886) nacque e morì ad Amherst (Massachusetts), dove visse nella grande casa paterna, la Homestead, in reclusione volontaria dal 1866. Di lei come persona si sa pochissimo …