Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Basato su fatti reali, si divora come un romanzo di Simenon.”
France Info
La mattina del 19 dicembre 2008 la vita di Montréal-la-Cluse, un borgo francese al confine con la Svizzera, è sconvolta dall’efferato omicidio di Catherine Burgod. La quarantenne, incinta, viene trovata uccisa da ventotto coltellate nell’ufficio postale in cui lavorava. Dalla cassaforte sono spariti meno di tremila euro. L’ufficio, nel cuore del paese, si affaccia su una via stretta e ha un’unica entrata, eppure nessuno ha visto né sentito niente. Il primo indiziato è Gérald Thomassin, un attore ex promessa del cinema la cui vita, fra il mondo dello spettacolo e la strada, fra la celebrità e i quartieri popolari, rappresenta un’incognita per gli abitanti del paese. Ben presto l’inchiesta si rivela più complessa: ogni volta che il caso sembra risolversi, le carte in tavola si scompigliano e il mistero si infittisce.
Tra i giornalisti inviati sul luogo del delitto c’è la reporter Florence Aubenas. Che per sette anni lavora all’inchiesta, intervista ogni persona coinvolta, visita tutti gli anfratti di quell’angolo di Francia poco noto, un tempo rurale ma improvvisamente industrializzato e divenuto un crocevia del traffico di droga. E dà vita a un romanzo coinvolgente e tragico, in grado di raccontare un crimine impenetrabile ma, soprattutto, la storia di uomini e donne che sarebbe sbagliato definire ordinari.
Florence Aubenas ha lavorato per vent’anni come reporter per “Libération”, poi per “Le Nouvel Observateur” e ora per “Le Monde”. Ha pubblicato diversi libri, tra i quali Le quai de …