Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
L’odore del fieno (1972) conclude Il romanzo di Ferrara, il lungo ciclo di storie dedicate da Bassani alla sua città e alla comunità ebraica quale emblema della condizione esistenziale. Si tratta di una raccolta di racconti in cui ancora una volta l’autore utilizza come sfondo e scorcio di ambientazione la sua città d’origine, Ferrara, e in cui approfondisce il motivo, alla radice di tutta la sua scrittura, del perenne conflitto tra realtà e illusione, verità ed errore, cui solo la morte può portare tregua. L’“anno cruciale” del 1938, quello della promulgazione delle leggi razziali, e il 1943, l’anno della deportazione, scandiscono gli assi storici in cui si muovono le normali esistenze dei personaggi bassaniani, che si trovano ad agire in uno scenario che muta indipendentemente da loro. Come nell’emblematico Altre notizie su Bruno Lattes, in cui il giovane protagonista, ebreo – già apparso nelle opere precedenti –, si trova a inseguire in Istria la desiderata Adriana, “vamp americana e ariana”, dalla quale verrà respinto con indifferenza, grazie all’attiva collaborazione del fratellino, inconsapevolmente irretito dalla propaganda nazifascista. Completano il libro gli altri racconti Due fiabe, Ravenna, Les neiges d’antan, Tre apologhi e Laggiù in fondo al corridoio, lo scritto in cui Bassani svela la chiave per avvicinarsi al segreto racchiuso nell’intero ciclo del Romanzo di Ferrara.
Giorgio Bassani (Bologna, 1916 - Roma, 2000) trascorse l’infanzia e l’adolescenza a Ferrara, che resterà per sempre nel suo cuore e diventerà teatro delle sue creazioni letterarie. Partecipò alla Resistenza …