Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Se domandasse a chi affiderebbero la loro vita direbbero: Tuan Jim. Ma non potranno mai conoscere l’autentica verità”
“Volevo, da lettore adolescente, che da Jim presto o tardi schizzasse fuori l’eroe o, se proprio non era possibile, che almeno eroicamente si degradasse fino all’abiezione. La voce implicita di Conrad pareva promettere almeno una delle due cose, Marlow invece concedeva tutto e il contrario di tutto. Cos’era, cos’è infine Jim dentro le sue parole? Ciò che a Marlow, e a noi, pare che di volta in volta lui sia o possa diventare. È un giovane con un’anima ancora infantile, che perciò anche da grande non smette, caparbiamente, di rifugiarsi nel territorio dell’imperfetto ludico, l’imperfetto con cui i bambini si assegnano i ruoli per cominciare il gioco: io ero il capitano coraggioso. È un artista, a suo modo, la cui immaginosa irriducibile individualità non si piega all’imperialismo e traveste eroicamente persino la banale squallida attività di procacciatore di navi-clienti per i mercanti di terraferma. È l’uomo che sa di custodire una scintilla divina e cocciutamente cerca di farsi riconoscere dio, tornare nel paradiso terrestre.”
Domenico Starnone
Un racconto marinaresco, una grande storia: un uomo che lotta contro il proprio passato e la macchia di un solo terribile errore.
Joseph Conrad (1857-1924) si chiamava in realtà Teodor Jòzef Konrad Korzeniowski e apparteneva a una famiglia della nobiltà terriera polacca perseguitata dai russi. Rimasto orfano e affidato alla tutela di …