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Napoli, fine Ottocento. Quando gli ingranaggi della rotativa sbuffano, vuol dire che si va in stampa.
Cuore pulsante del giornale è Matilde Serao, per tutti: ’a signora. Alle sue dipendenze ci sono un tipografo troppo affezionato al gioco d’azzardo e un caporedattore cui spetta l’ingrato compito di mediare tra lei e il marito, il direttore Edoardo Scarfoglio. Con Edoardo, infatti, la relazione vacilla tanto sul piano sentimentale quanto su quello editoriale: per lui “Matildella” dovrebbe privilegiare articoli di cultura o costume, e tralasciare le inchieste sul campo. Di tutt’altro avviso è Eleonora Duse, grande amica e attrice “Divina”, che spesso la rimprovera ed esorta a emanciparsi dalle pretese del consorte.
Adesso però non c’è tempo per beghe d’amore e confidenze: il mestiere chiama. In un vicolo è stato ritrovato il cadavere di un socialista: intorno all’omicidio si aggrovigliano oscure trame e inoltre, per Matilde, quel morto è anche una questione privata. Mentre le autorità sembrano seguire piste false o tendenziose, ’a signora dovrà inoltrarsi nei bassifondi che il governo vorrebbe demolire – tra speculatori senza scrupoli e sciagurati che si indebitano al lotto clandestino – per svelare il mistero che si cela dietro il delitto.
Con uno stile raffinato che intreccia romanzo popolare e commedia gialla, Massimiliano Virgilio restituisce ai lettori l’incredibile figura di Matilde Serao, prima donna a fondare e dirigere un quotidiano in Italia, trasformandola in una novella detective alle prese con luci e ombre di una Napoli che sta per vendersi l’anima. Perché quando gli interessi dei pochi insidiano il bene dei molti, l’imperativo resta sempre e soltanto uno: raccontare la verità.
“Matildella, sei pronta a far scoppiare il più grande scandalo da quando esiste il Regno d’Italia?
O continuerai a scrivere soltanto mosconi per ammansire il popolo?”
Matilde si pulì gli angoli della bocca con il fazzoletto.
“Sono una giornalista,” disse.
“Il mio mestiere è raccontare la verità.”