Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
Ogni epoca ha i suoi catastrofismi. È impressionante quanto le profezie si somiglino. Anche a secoli o millenni di distanza. Verrebbe da dire che fanno parte del Dna della nostra specie. Tutte le civiltà, tutte le religioni, dalla Cina, all’India, alla Mesopotamia, alla Grecia antica, hanno i loro miti e quasi tutte hanno un diluvio, o altro cataclisma, da cui poi però si rinasce.
Creazione, distruzione, trasformazione sono complementari, indissolubilmente legate fra di loro. Ma forse nessuno ha saputo predire e lamentare disgrazie, devastazioni, massacri, genocidi, bene e poeticamente quanto i profeti d’Israele. “Tutto il Paese sarà devastato”, dice il Signore degli eserciti alla Palestina per bocca di Geremia.
Ed è proprio dal racconto di questi “terrori” che muove Siegmund Ginzberg nel restituirci la successione di antichi conflitti, riconciliazioni e atrocità che hanno segnato il lungo corso della storia umana.
Biblici infanticidi, eroi greci tragici e trucidati, crudeltà e torture “per generare terrore” si dipanano nella loro vivida ferocia davanti ai nostri occhi per scoprire che i profeti prevedono da sempre la fine del mondo
e i guerrieri distruggono e fanno scempio da sempre della vita umana anche se con armi diverse.
Macellerie è un resoconto storico, ma soprattutto
un raggelante promemoria della nostra barbarie, e un monito perché a tutte le guerre si ponga un sigillo di pace.
Antichi conflitti, distruzioni bibliche, paci insolute e atrocità.
Dalla Cina all’India, dalla Mesopotamia alla Grecia antica.
Un resoconto storico, ma soprattutto un raggelante promemoria della barbarie umana.
Siegmund Ginzberg è nato a Istanbul nel 1948 in una famiglia ebrea giunta a Milano negli anni Cinquanta. I nonni furono sudditi dell’impero ottomano. Dopo gli studi in filosofia ha …