Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
di Paolo Nori
“Anch’io avevo una figlia che eravamo amici, dopo poi abbiam litigato. Adesso, pensavo, quando mi vede, avrà paura di me.”
Il personaggio che racconta e dice “Io” ha compiuto quarant’anni. L’età della maturità. Ma che maturità? Una maturità che ha a che fare con la figlia, la scrittura, la sua Parma, la letteratura russa, la scrittura e gli episodi che la memoria (privata o pubblica che sia) non smette di modificare e contraffare – la vicenda della mamma che investe un maiale con la bicicletta, la scena di Pasternak che esce dalla sua dacia per andare a ricevere la celebre telefonata di Stalin. Fra il microcosmo del rapporto padre-figlia e della sua realtà trasfigurata dallo sguardo straniato dell’infanzia, e il macrocosmo parmigiano, dove la campagna elettorale per il sindaco allude a un’Italia nevrotica, incompetente e vittima della propria politica, prende forma il tema della responsabilità e delle scelte individuali. Ed è così, rapportando il piccolo al grande e il privato al pubblico, che Nori, come un reporter anarchico impegnato in una sua inchiesta personale, ci mette in guardia dal rischio di essere trasformati in inutili strumenti del potere.
Paolo Nori è nato a Parma nel 1963 e abita a Casalecchio di Reno. Ha pubblicato diversi romanzi (tra questi Noi la farem vendetta Feltrinelli 2006; Pancetta Feltrinelli 2008, Mi …