Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Il più bel romanzo dal vero della storia degli italiani” Antonio D’Orrico
Aggettivi come “stravagante” ed “eccentrico” trasmettono solo in parte la vertigine, la furia con cui Raimondo Lanza Branciforte principe di Trabia, appartenente a una delle più antiche, nobili e facoltose famiglie di Sicilia, ha preso a morsi i suoi trentanove anni (1915-1954): combatte in Spagna, è compromesso con i fascisti ma poi aiuta i partigiani, caccia la tigre, dalla vasca da bagno della sua suite all’Hotel Gallia di Milano compra e vende calciatori, si batte a duello, partecipa a corse automobilistiche, organizza feste da mille e una notte; è amico dello scià di Persia e di Tomasi di Lampedusa, di Aristotele Onassis e di Luchino Visconti, di Gianni Agnelli e di Robert Capa; ama Susanna Agnelli, Edda Ciano, Rita Hayworth e infine sposa Olga Villi. A sessant’anni dalla sua tragica fine, è la figlia Raimonda insieme alla nipote Ottavia a scavare nel passato di quest’uomo fascinoso e scapestrato: da una vecchia valigia sono emersi appunti, documenti, lettere, fotografie, tutto materiale inedito che ha colmato i vuoti, illuminando di luce nuova testimonianze e racconti di chi Raimondo lo ha conosciuto. Alla fine, la morte dell’ultimo principe di Trabia e la rovina finanziaria della sua famiglia risultano oscuramente legate al trionfo della mafia in Sicilia. Di Raimondo restano questa storia appassionata, il rimpianto per un mondo dorato imploso, il fulgore abbagliante di una vita bruciata.
Ottavia Casagrande, nipote di Raimondo Lanza, ha studiato al Goldsmiths College di Londra, conseguendo un Honours Degree in Drama and Theatre Arts. Ha lavorato come regista e attrice in Italia, …
Raimonda Lanza di Trabia vive a Moncalieri, dove si prende cura del suo giardino. È appassionata di pesca alla mosca.