Miseria dello storicismo

di Karl Raimund Popper

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La storia non ha un senso di marcia e non è possibile stabilire la direzione del suo corso, né prevedere le sue finalità. Qualsiasi credenza deterministica è errata, perché non disponiamo di strumenti che ci permettano una previsione scientifica degli eventi. Questa tesi, coltivata da Popper all'indomani del primo conflitto mondiale, maturata nel corso degli anni successivi, è emersa al dibattito solo nel secondo dopoguerra provocando diversi imbarazzi. Gli argomenti di Popper, infatti, non si accordavano con la matrice storicista implicita sia nelle filosofie idealistiche (da Platone a Hegel), sia in quelle materialistiche (Marx) o irrazionaliste (Spengler). L'attacco allo storicismo e alle filosofie profetiche della storia rappresenta, inoltre, un invito a combattere l'ingiustizia e l'oppressione con umiltà, con la consapevolezza che non esiste un dio nascosto che dirige gli eventi né una legge dialettica che possa garantire l'esito delle nostre azioni, che nel nostro operare c'è sempre il rischio di fare degli errori e che dobbiamo stare attenti, con spirito autocritico, a correggerci in tempo e a cambiare direzione. Questi argomenti oggi appaiono come vivificati dagli avvenimenti, quasi la storia avesse provveduto a dare loro ragione.
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Karl Raimund Popper

Karl Raimund Popper (Vienna, 1902 - Londra, 1994) è considerato uno dei massimi filosofi del Ventesimo secolo. Tra i suoi allievi ebbe Paul K. Feyerabend e Imre Lakatos. Divenne membro della …

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