Vera Giovanna è adolescente. La vita vissuta finora in una campagna
lombarda, che "sente" la vicinanza del fiume (l’Adda) e che nasconde
vecchi mulini abbandonati, prati, distese di granturco come un profondo Sud
America, è diventata troppo stretta. Vera Giovanna fa fagotto e parte. Lascia
alle spalle un padre adottivo crudele che ha sposato in seconde nozze una donna
dalla quale Vera Giovanna si sente respinta. Ha davanti a sé il mistero della
madre naturale che l’ha abbandonata. In mezzo, fra la fuga e il futuro c’è
un presente rapinoso, un vento che s’è levato a ribaltare le abitudini
consolidate, la forma dei pensieri, la stessa nozione di libertà. Vera Giovanna
vive il suo pre-Sessantotto a Parigi, insieme a Dillo Boy, capelli lunghi, sacco
a pelo, chitarra a tracolla, droga. Nella comune parigina si fa anche sesso di
gruppo, lo si fa con tutti, ma Vera Giovanna assiste senza partecipare: c’è
qualcosa che la blocca e la rende un’estranea fra i simili. La notizia della
morte del padre la riporta in Italia, ma questa volta tutte le porte le si
chiudono davanti. Vera Giovanna è sola, è definitivamente libera. Comincia
allora un allucinato on the road, fra le seduzioni torbide di uomini
scafati e invasivi e l’attrazione della politica così come sul finire degli
anni sessanta e i primi anni settanta molti giovani si sono ritrovati a vivere.
Ma la libertà di Vera Giovanna è una libertà che nasconde vecchie e nuove
catene, una giovinezza ricattata e ricattabile, dai suoi fantasmi interiori e
dalla realtà. E c’è ancora il nome della madre da scoprire, la fiducia di
scoprirlo, la paura di conoscerlo. C’è il mondo dei maschi oscuro e spesso
brutale. C’è il mondo delle donne, non meno oscuro ma illuminato da una
speranza di estrema dolcezza. Avalli scrive, dopo La Dea dei baci, un
sorprendente romanzo di formazione al femminile, un’"acida" storia
di avvicinamento all’età adulta, un sussultante confronto con l’identità
(Vera Giovanna è solo uno dei molti nomi che la sorte si trova ad affibbiarle),
un selvaggio testa a testa con la storia individuale e collettiva, un fremente
ritratto di ragazza diviso fra l’illusione di vivere e la progressiva certezza
che "nascere non basta".