Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“O beato colui che conoscendo le iniziazioni degli dei vive felice nella purezza” Euripide
Prima ancora dell’affermarsi della scrittura, agli albori della civiltà, compaiono le figure dello sciamano e della sciamana. Sono uomini e donne dello spirito, mediatori e mediatrici tra il visibile e l’invisibile per conto della comunità, guaritori e guaritrici, esperti di farmaci e incantamenti, guide spirituali. Di questa esperienza universalmente diffusa, affidata alla comunicazione orale e a pratiche rituali, permangono chiarissime tracce anche nelle opere di alcuni dei maggiori Sapienti greci. Tracce che questo volume raccoglie e connette, con particolare attenzione al legame originario dello sciamanesimo e della Sapienza greca, e soprattutto magnogreca, con l’Estremo Oriente. Da Empedocle a Parmenide, da Omero a Esiodo, da Eschilo ad Aristofane; e, ancora, da Platone ad Aristotele, da Pindaro ad Apollonio Rodio, i testi greci traboccano di pratiche e credenze che gravitano intorno a varie tecniche dell’estasi, cerimonie e rituali che favoriscano il contatto diretto con essenze soprannaturali allo scopo di recare benefici ai singoli e alla comunità. Ne emerge il ritratto di una realtà in cui quella che Jung chiama “Sé” e i Greci noûs ancora conservava la sua interezza. Questa intuizione profonda, l’“occhio dell’anima”, altro non è che il fulcro dell’interiorità individuale che tutto connette e ricompone nel Grande Uno.