Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
di Stendhal
“Questo è incontestabilmente il più bel libro mai scritto su Roma” Emanuele Trevi
Passeggiare per Roma insieme a Stendhal equivale a compiere un viaggio nel tempo oltre che nello spazio. è una Roma ancora scarsamente popolata, dove le rovine dell’antico splendore sono immerse in una natura incolta che si è ripresa gli spazi abbandonati dall’uomo. Una città in cui gli scavi archeologici non hanno ancora riportato alla luce molti dei monumenti che oggi le conosciamo. Stanno emergendo in quel momento e li vediamo con gli occhi affascinati dello scrittore insieme alle meraviglie architettoniche e pittoriche legate al dominio papale, con i suoi fasti e i suoi intrighi. La narrazione di queste vicende si intreccia alle biografie di pittori e scultori, le figure di Michelangelo e Raffaello si stagliano sullo sfondo di una stagione turbolenta, ricostruita nei suoi dettagli macabri e violenti. Così, alle concessioni al nascente genere gotico, con le sue torbide storie ambientate in clausure e manieri, fanno riscontro le pagine sulla Carboneria e i tentativi di rovesciare l’assolutismo papale. Ripercorrere gli itinerari stendhaliani significa vedere in trasparenza usanze che non esistono più, rimpiangere una bellezza che da allora è stata più volte sfregiata, ma anche riconoscere quanto ancora i nostri comportamenti somiglino a quelli dei nostri concittadini di un tempo.
Stendhal (pseudonimo di Henri Beyle) nacque a Grenoble nel 1783. Dopo la caduta di Napoleone si stabilì in Italia, paese che amò moltissimo, abitando soprattutto a Milano. Dopo la rivoluzione …