Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“La poesia greca fu un fenomeno molto diverso dalla poesia moderna per contenuti e modi di comunicazione”
Se è vero che le teorie possono essere intese come tentativi di soluzione di problemi, possiamo tranquillamente affermare che la teoria dell’oralità offre la chiave per introdurci nel vivo e concreto problema pertinente alla funzione sociale e culturale della poesia greca da Omero al V secolo a.C. In questa chiave di lettura si rivaluta il ruolo determinante del destinatario e, in relazione con esso, si enucleano i presupposti teorici e i diversi procedimenti formali, simbolici e pragmatici del fare poetico; di qui l’attenzione costante al ruolo della memoria – in quale misura il singolo utilizzava le formule e gli stilemi della tradizione poetica e come li modificava –, al rapporto del poeta con il committente e il pubblico e, infine, alla posizione dell’intellettuale entro i condizionamenti sociali ed economici del tempo. Un’operazione critica, dunque, che, fondando il suo criterio di analisi su scienze particolari, quali la filologia, la linguistica, l’antropologia e la sociologia, ha come scopo precipuo quello di capire in concreto la mentalità dell’uomo greco arcaico, le sue strutture linguistiche, le sue categorie mentali, i contenuti e le forme del suo pensiero e della sua arte.” (dalla Prefazione) Questo libro ha vinto il Premio Viareggio nella sezione saggistica.
Bruno Gentili (1915-2014), accademico dei Lincei e d’Atene, è stato professore emerito di Letteratura greca all’Università di Urbino. Studioso di fama internazionale, ha svolto ricerche fondamentali nel campo della metrica …