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“La poesia greca fu un fenomeno molto diverso dalla poesia moderna per contenuti e modi di comunicazione”
Se è vero che le teorie possono essere intese come tentativi di soluzione di problemi, possiamo tranquillamente affermare che la teoria dell’oralità offre la chiave per introdurci nel vivo e concreto problema pertinente alla funzione sociale e culturale della poesia greca da Omero al V secolo a.C. In questa chiave di lettura si rivaluta il ruolo determinante del destinatario e, in relazione con esso, si enucleano i presupposti teorici e i diversi procedimenti formali, simbolici e pragmatici del fare poetico; di qui l’attenzione costante al ruolo della memoria – in quale misura il singolo utilizzava le formule e gli stilemi della tradizione poetica e come li modificava –, al rapporto del poeta con il committente e il pubblico e, infine, alla posizione dell’intellettuale entro i condizionamenti sociali ed economici del tempo. Un’operazione critica, dunque, che, fondando il suo criterio di analisi su scienze particolari, quali la filologia, la linguistica, l’antropologia e la sociologia, ha come scopo precipuo quello di capire in concreto la mentalità dell’uomo greco arcaico, le sue strutture linguistiche, le sue categorie mentali, i contenuti e le forme del suo pensiero e della sua arte.” (dalla Prefazione) Questo libro ha vinto il Premio Viareggio nella sezione saggistica.
Bruno Gentili (1915-2014), accademico dei Lincei e d’Atene, è stato professore emerito di Letteratura greca all’Università di Urbino. Studioso di fama internazionale, ha svolto ricerche fondamentali nel campo della metrica …