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“Il vero amore sa che non ha misura”
Il lascito lirico di Properzio, ancora oggi, stupisce per la freschezza del suo linguaggio e della sua ispirazione. Dei quattro libri che compongono le sue Elegie (Elegiarum libri IV), il più celebre è sicuramente il primo libro (Monobiblos, “libro unico”), prima raccolta pubblicata nel 28 a.C. e dedicata alla donna amata, Cinzia, secondo la tradizione dei poeti alessandrini. Costituito da ventidue elegie, è noto anche sotto il titolo di Cynthia (nei manoscritti). Vi si canta prevalentemente l’amore impossibile per Cinzia con l’aiuto di un ricco repertorio di figure mitologiche. Cinzia restò per gran parte della vita del poeta la sua prima ispirazione, nella gioia come nel dolore, entrando di prepotenza – per non uscirne mai più – nel canone delle grandi muse letterarie. Un modello che nei secoli è tornato a vivere nelle opere dei tanti poeti che a Properzio hanno guardato come a un modello, da Ariosto a Goethe, fino al Novecento. Un tesoro poetico che rivive nella nuova traduzione, “da poeta a poeta”, di Roberto Mussapi.
Sesto Aurelio Properzio (Assisi, 47 a.C. - Roma, 14 a.C.), dopo una rapida carriera politica, assurse ai massimi livelli letterari dell’epoca con il primo libro delle Elegie, nel 28 …