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“C’è la voglia di fuggire dalla propria vita, di interpretarne un’altra, di guardare il mondo da un punto di vista opposto.”
Madri, mogli, figlie, sorelle. Le donne che Cristina Comencini mette in scena in questa raccolta sono tutte parte di reti di relazioni che le definiscono ma in cui si sentono talvolta soffocare. È da questa limitazione che tutte cercano una via d’uscita: tragica o comica, temporanea o definitiva, la strada che ognuna trova è diversa e unica, e interroga il lettore. Scritti nell’arco di vent’anni e riuniti qui per la prima volta, questi cinque testi teatrali si saldano perfettamente a comporre un mondo dentro cui sbirciare per studiare i grandi temi dell’amore, del dolore e dei rapporti umani. Il confronto fra generazioni in Due partite; le incomprensioni fra parenti e fra persone di diverse nazionalità in Est-Ovest; le divergenze e gli inaspettati punti di contatto fra sessi ed età differenti sui temi dell’amore e delle relazioni in La scena; il radicale cambiamento delle abitudini quotidiane, fra rivoluzione tecnologica e inedite modalità di vivere i legami, in Tempi nuovi; la riflessione sui ruoli che fin dall’infanzia ci vengono attribuiti in famiglia, e sul modo in cui plasmano la nostra vita, nell’inedito I turni. Ogni donna porta con sé il suo particolare dolore, il suo specifico rovello, ma in ciascuna, a prescindere dall’età, arde una passione mai sopita, uno slancio a realizzare la visione di cui parla Rilke in una sua poesia: “Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, / il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, / ma qualcosa per sé, / qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, / ma solo a vita reale: l’umanità femminile”.
Cristina Comencini nasce a Roma nel 1956. Figlia del regista Luigi Comencini e madre di Carlo, Giulia e Luigi, esordisce al cinema come attrice nel 1969, diretta dal padre in …