Foppa, Leonardo e Bramantino sono i protagonisti del Rinascimento in Lombardia, dall'insediamento del duca Francesco Sforza e dalla Pace di Lodi (1454) alla definitiva scomparsa del ducato con la morte di Francesco ii Sforza (1535). Questo libro segue i momenti più significativi della loro presenza milanese, ma si impegna a ricomporre anche il fitto contesto di presenze figurative e di intrecci culturali che caratterizzano uno dei momenti più alti e ricchi di futuro della storia dell'arte lombarda. Sfilano sotto gli occhi del lettore lo sfolgorante itinerario formativo di Vincenzo Foppa, dalla Padova di Mantegna alla cappella di Pigello Portinari in Sant'Eustorgio; l'affermazione umanistica del Bramante e di Bernardo Zenale, architetti e pittori, in una Milano che forgia un suo particolare Rinascimento ‟senza Roma”, fantastico e iperdecorato; Leonardo che crea l'Ultima Cena delle Grazie, primo capolavoro della ‟maniera moderna”, sotto lo sguardo stupefatto dei colleghi lombardi, legati a una diversa tradizione figurativa, che in parte saranno travolti, ma in parte sapranno appropriarsi delle novità leonardesche distillandone un prezioso cromatismo e una sofisticata eleganza disegnativa (dal Maestro della Pala Sforzesca a Luini); Bramantino, a chiusura, che inventa un suo peculiare canone umano, di geometrica e lunare potenza, che suggestionerà tanta parte della pittura nell'Italia settentrionale, dal Veneto di Lorenzo Lotto al Piemonte di Gaudenzio Ferrari.
Con affondi critici vigorosi, Giovanni Romano bonifica un campo di studi reso inerte da vecchie e nuove convenzioni restituendoci filologicamente una galleria vivente di maestri lombardi oltre ad alcuni emozionanti primi piani della società milanese curiosa e appassionata di pitture, sculture e soprattutto arti preziose.