Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Un vero capolavoro.” Goffedo Fofi - Internazionale
Le rivoluzioni sono movimenti di violenta rottura. Non riguardano singoli individui, ma sono terremoti che gli esseri umani vivono collettivamente. Dopo il crollo del Muro la narrazione si è appiattita sull’idea che cambiare il mondo corrisponda a una minaccia di totalitarismo. Secondo Enzo Traverso, invece, il concetto di rivoluzione può essere una chiave interpretativa della modernità e, addirittura, del nostro presente, ma a una condizione: l’indagine su di essa deve intrecciarsi con le immagini, le memorie e le speranze che cambiano costantemente e nel tempo rinnovano la propria forza. Riabilitare le rivoluzioni come momenti cruciali della storia moderna non significa idealizzarle. Piuttosto, significa non rinunciare a comprenderle come momenti drammatici, vissuti intensamente dai loro protagonisti, e perciò capaci di accendere energie, passioni e sentimenti, fino a provocare trasformazioni non solo nella politica ma anche nei canoni estetici. Traverso coglie gli elementi materiali e intellettuali di un’esperienza rivoluzionaria frammentaria e spesso dimenticata. Il passato si disvela attraverso le sue immagini dialettiche: locomotive, corpi, barricate, bandiere, luoghi, canzoni, dipinti, fotografie, manifesti, date. Un lascito ricchissimo, da riordinare e interpretare, di cui ha bisogno la sinistra del XXI secolo per superare vecchi modelli esauriti e costruire un nuovo orizzonte del senso e dell’azione.
Enzo Traverso (1957) si occupa della storia intellettuale dell’Europa contemporanea, concentrandosi in particolare sulle idee politiche del Novecento. Dopo la laurea a Genova e il dottorato di ricerca all’École des …