I corsi tenuti da Foucault negli anni 1977-1979 sviluppano un tema di riflessione fortemente unitario, che ne giustifica la pubblicazione contemporanea. Al centro dell’indagine sono le trasformazioni delle forme di potere che a partire dal Settecento e parallelamente all’affermarsi di un’economia di mercato, portano ai governi di tipo liberale del Novecento. Nel primo dei due corsi, Foucault si propone di studiare la nascita di una forma di gestione del potere che non ha precedenti nella storia e che segna l’inizio del ‟governo della vita”. Il problema che si pone infatti agli albori della modernità è come governare e razionalizzare fenomeni naturali quali la salute, l’igiene, la natalità, la longevità, la ‟razza” delle popolazioni. È in questo secolo che si osserva l’emergere del paradigma della ‟sicurezza” e delle tecnologie di governo destinate a regolamentare i flussi e la mobilità delle popolazioni: cioè quel ‟disciplinamento della vita” che si impone come correlato indispensabile del ‟laissez-faire” liberista. Nel procedere del corso, il tema iniziale delle tecnologie della sicurezza lascia il campo all’indagine sulla genesi dello stato moderno e sulle procedure messe in atto in Occidente per assicurare il ‟governo degli uomini”. Due sono i momenti fondamentali della trasformazione: l’invenzione da parte del cristianesimo di una forma di potere totalmente estranea al mondo greco-romano, che si arroga il compito di guidare gli uomini verso la salvezza dettandone la condotta individuale; e la formazione di una ‟governamentalità politica” che inscrive la condotta degli individui nell’esercizio di un potere sovrano. Dalla pastorale cristiana alla ragion di stato, allo stato di polizia, secondo un cammino bifronte, insieme individualizzante e totalizzante, che consente allo stato moderno di insediarsi. Quest’analisi prepara e rende possibile la riflessione sullo statuto di libertà all’interno della governamentalità liberale che sarà l’oggetto del corso immediatamente successivo, Nascita della biopolitica.