Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Due anni dopo l’edizione originale, torno a proporre il mio Sillabario. Rivisitato in modo significativo. Oltre un terzo delle “parole” sostituite da altre, scritte nel frattempo. Due anni dopo, il mio punto di vista non è cambiato. Basta scorrere le parole aggiunte al Sillabario. Rimpiazzano, perlopiù, altrettante parole che evocano sentimenti e significati analoghi. La paura del silenzio, la solitudine, la perdita dei confini e del territorio, l’isolamento sociale alimentato dalle nuove tecnologie della comunicazione, l’amnesia geografica, la paura e la rimozione degli altri. Il trionfo dell’etica relativa. Il collasso del futuro e il trionfo del presente in-finito. Altrettanti segni dello spaesamento che affligge chi, come me, è cresciuto in mezzo agli altri, insieme agli altri, nel territorio, ha conosciuto la politica come sistema di relazioni e di convinzioni. Si è abituato a immaginare un futuro diverso. O almeno: a immaginare il futuro. Eppure se i tempi, questi tempi, mi appaiono indiscutibilmente tristi: io, personalmente, non mi sento triste. Sono convinto che il vento cambierà. E che il prossimo Sillabario evocherà tempi sicuramente meno tristi.”
Ilvo Diamanti è professore ordinario di Scienza Politica e di Comunicazione Politica presso l’Università di Urbino, dove dirige il Laboratorio di Studi Politici e Sociali (LaPolis). Inoltre, insegna Régimes Politiques …